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"Te lo dico con la mente dove nascono le idee e i sogni [Elisa Dama]"

TESTIMONIANZE

maggio
1982

Cara Elisa,di Umberto Benedetto

meriteresti un più attento esame, ma in così breve spazio, inferiore al minimo necessario, come collocare le pagine di un poeta che “vive” il segno della tua cultura e della tua intelligenza, la tua notevole straordinaria capacità intuitiva e percettiva, con la disperazione critica, la stessa, che caratterizza questa tua personale?
Dal lontano 1971 ad oggi, pur mantenendo intatta l'indicazione oggettiva del quotidiano, lo stacco risulta certamente positivo e non vedo chi non possa apprezzare questo tuo salto di qualità senza rete che, alla distanza, ti segnala per la storicità di un poeta d'urto che non trova precedenti nel complesso artistico bresciano.
È la spaventosa tragedia del nostro tempo che tu esprimi con bravura, senza i pennacchi della festa, scavando dal didentro nel dolore e nell'angoscia di quella figura mordata del sesso che illumina tutta la tua grafica.
Premono -la chiave di lettura acquista più vigore nelle piccole frasi che accompagnano i tuoi lavori- pene e oppressioni come croci, croci come mani in agonia, mani come radici contorte sulla vita, la vita impregnata di morte come sofferenza, la morte affaticata dalla vita …
guardo per un attimo la figura, offesa e non riscattata, che fugge dal luogo dove il politico “amministra” la società umana e civile con le sue mani, sfumate da un enorme massa di omini, disoneste e spietate. Il politico pur avendo la testa grossa come una montagna, mi risulta privo si cervello. Eppure schiaccia la collettività, la opprime, la rende indifesa.
C'è comunque la speranza, purtroppo triste, che qualcuno riesca a salvarsi fuggendo come un'ombra paurosa, sostenuto da un urlo che gli spalanca smisuratamente la bocca.
È forse, questo, l'urlo di chi ha trovato le porte del tempio della vita, perchè gli è stato facile ascoltare le strane voci dello spirito, come tu dici, vibranti di luce e di libertà.
Se era questo il tuo messaggio, hai fatto centro.
I “fantasmi” di un tempo, da te ora resi visibili come uno spaccato aperto di esperienza, penetrano nel cuore del presente come staffilate a sangue.
Da qui, non certo a commento delle tue doti artistiche che restano indiscusse, la mia riflessione critica e il mio pieno consenso.

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